Lo sport e più in generale le attività di movimento, come la danza, il circo, la budo education e molte altre iniziative sportive portate nelle scuole, concorrono non solo alla promozione del benessere psico fisico, in prospettiva di uno stile di vita sano ed equilibrato, ma hanno anche un’intrinseca parte sociale dove la dimensione dell’io incontra quella del noi, del fare insieme e del gioco di squadra. Per questo svolgere attività sportive all’interno delle mura scolastiche significa investire in termini di RELAZIONE, PARTECIPAZIONE, IDENTIFICAZIONE, INCLUSIONE e PREVENZIONE.
Lo sport è relazione quando ragazze e ragazzi con difficoltà relazionali e comunicative trovano nella pratica sportiva un mezzo di espressione e integrazione.
È partecipazione quando grazie alla sua dimensione ludico – ricreativa ogni ragazzo può trovare lo spazio per mettersi in gioco ed esprimersi liberamente imparando a vincere, a perdere nonché a riconoscere e ad affrontare propri limiti e insicurezze.
È identificazione quando grazie allo sport i partecipanti hanno la possibilità di acquisire un nuovo ruolo, trovare altri stimoli e interessi, diventando quindi un forte mezzo di riconoscimento ed empowerment personale.
Questi aspetti trasversali dell’attività sportiva possono incidere direttamente o indirettamente sulla motivazione, sul comportamento dentro e fuori da scuola e sull’ inclusione. Lo sport risulta così essere anche uno strumento capace di accogliere e rispettare le potenzialità, i tempi e le abilità di tutti nonché di coinvolgere e agganciare, anche le personalità più fragili che per differenti motivi, rischiano di restare spesso ai margini del gruppo.
Tutte insieme queste peculiarità pedagogico – educative legate alla pratica sportiva, in una prospettiva di prevenzione del disagio, dell’isolamento e di molte altre forme di vulnerabilità sociale, contribuiscono ad individuare e contrastare tali situazioni promuovendo invece occasioni di aggregazione, divertimento e di libera espressione personale.